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Ho avuto la fortuna e il privilegio di avere copia di una documentazione straordinaria.

Giorgio Borghi, figlio della nostra Medaglia d’Oro al Valor Militare Cap. Gaetano Borghi, mi ha affidato copia digitale di un album fotografico del padre.

Si tratta di 170 fotografie relative alla sua partecipazione alle operazioni in Africa Settentrionale nel Reggimento Artiglieria Celere “Principe Amedeo duca d’Aosta” (3°).

Documenti del valore inestimabile di quella che è stata una delle tre epopee delle cosiddette “Voloire d’Africa“.

Immagini di combattimenti, caduti, linee pezzi, materiali, ma anche di momenti di svago e di spensieratezza.

Significative, le istantanee della visita del Feldmaresciallo Rommel al

comando di Gruppo ed alla linea pezzi dell’allora Tenente Borghi.

Impressiona una capanna locale interamente coperta da bellissime caricature che richiamano satiricamente le vicissitudini della guerra, della propaganda e della nostalgia per l’Italia e, soprattutto, per Milano. E per i cavalli delle scuderie della Caserma “Principe Eugenio” (oggi “Santa Barbara”).

Nella difesa di Gazala, il 14 dicembre 1941, alla testa della 7ª Batteria il Tenente Borghi si guadagnò la più alta decorazione al Valor Militare con questa motivazione: «Comandante di batteria a difesa di un’importante posizione col fuoco dei suoi pezzi graduati a zero e di poche armi automatiche arrestava il nemico che a costo di gravissime perdite era riuscito ad avvicinarsi. Ferito ad un ginocchio si trascinava di pezzo in pezzo, animando l’azione ed infondendo fede ed entusiasmo nei suoi artiglieri. Colpito una seconda volta alla fronte, rifiutava ancora il trasporto al posto di medicazione e continuava per ben sette ore a contrastare il passo all’avversario, noncurante della violenza degli attacchi e del tiro di controbatteria che riduceva al silenzio i suoi cannoni. Raccolti i pochi superstiti attorno all’ultimo pezzo efficiente ne dirigeva il tiro fino all’ultimo colpo. Ricevuto l’ordine di ripiegare, esausto nel fisico, ma indomito nello spirito, regolava il movimento dei suoi uomini, e rimasto ultimo, visti vani i tentativi di un suo ufficiale di sorreggerlo gli ordinava virilmente di porsi in salvo, cadendo poi quasi esanime poco lontano dalla posizione. Raccolto dopo due ore, riuniva le sue forze e con bella fierezza diceva al suo colonnello: “I suoi artiglieri si sono battuti da eroi”. Quota 183 di Carmutes er Regem (Cirenaica), 14 dicembre 1941».

Fatto successivamente prigioniero dagli Inglesi, rientrò in Patria a guerra finita, si laureò in Ingegneria e partecipò attivamente alla vita del Reggimento.