Ieri, 16 marzo 2022, si è inquadrato nella Grande Batteria del Signore il Generale Francesco Saverio De Simone, già 49° Comandante delle Batterie a Cavallo (1974-1975).
«Ha vissuto una stagione difficile al comando del Reggimento il Signor Colonnello De Simone, vissuto e governato da vecchio leone, con perseverante saggezza, la stagione della contestazione più intensa, 1974 1975. Alcuni Suoi motti e talune prese di posizione son rimaste proverbiali». Così, lo ricorda il Generale Sergio Giordano (67°), presidente della Associazione Nazionale delle Volòire.
Nato a Castellammare di Stabia il 13 agosto 1928, è Allievo carabiniere del Battaglione Allievi della Legione Carabinieri di Torino dall’ottobre 1948 con ferma triennale, sino a che viene nominato Carabiniere a piedi nell’aprile 1949 nella Legione di Genova .
Nel novembre 1949 è ammesso all ‘Accademia Militare di Modena da dove esce nell’ottobre 1951 con il grado di Sottotenente di Artiglieria. Trasferito alla Scuola di Applicazione di Artiglieria di Torino, al termine del Corso è promosso Tenente (ottobre 1954) e viene assegnato in prima nomina quale sottocomandante di batteria da 88/27 al 47° Reggimento artiglieria da campagna divisionale “Avellino” di S. Maria Capua Vetere (3° Gruppo di Nocera Inferiore).
Adesso che questa mia nipote prediletta, terminati gli studi, si sentiva già giornalista, le ho aperto come desiderava da tempo, quel cassetto pieno di ricordi. Sarebbe piaciuto anche a me far rivivere quelle memorie. Sotto gli occhi interessati della ragazza, apparivano ora oggetti e documenti del mio passato, della mia gioventù. Erano molti i ricordi di guerra: la sciabola cosacca, le mostrine del ”Savoia Cavalleria”, cartoline e foto, tutte ben catalogate con una piccola etichetta esplicativa. La curiosità della nipote fu subito attratta, da una busta macchiata e un fiore secco, legati assieme da un elastico e archiviata con l’etichetta “Lettera d’Amore”.
Sorpresa, quasi eccitata, mi guardava interrogativa.
– E’ la più bella lettera d’amore che abbia mai letto!
Risposi d’impeto.
– Ma è di un uomo!
Esclamò la ragazza leggendo il nome sulla busta
– Chi è questo Rolando?
Un giovane come me. A quel tempo un soldato, come me. Della mia stessa leva. Della mia terra. Ho taciuto che fosse un “senza famiglia”, che non sapesse né leggere né scrivere. Un bastardino come tanti cresciuto lassù nei boschi di Garbaoli, a fare il servitore, fra gli animali, a seccar castagne senza contatti umani, senza sapere una parola d’italiano.
Caporale in grande uniforme di servizio 1887-1902 (Fotografia di Varischi e Artico – Milano)
SFILAMENTI IN CASERMA
Ogni domenica mattina, alle dieci, il Reggimento esegue uno sfilamento al galoppo davanti al Colonnello Comandante e penso che questa sia forse la prova migliore che la vita non è così comoda alle Batterie, come si ostinano a giudicarla tanti borghesi e tantissimi ufficiali.
Le batterie sono schierate nel grande piazzale per la presentazione al Colonnello: sempre perfette come per una rivista, uomini, cavalli e cannoni, straordinariamente belle nel loro immobile movimento. Poi, ad una ad una, si portano all’ammassamento dal quale partiranno al galoppo – in linea di batteria per sfilare dinanzi al loro Comandante, fermo presso la lapide dei Caduti.
Il duro terreno del cortile risuona secco nello sferragliamento cupo delle ruote dei pezzi e l’estrema facilità del traino rende più difficile l’allineamento dei cavalli eccitati dal fragore tumultuoso. Igni ferroque tonantes in hostem celerrime volant.
Sempre al galoppo, le batterie, attraversato il lunghissimo cortile, svoltano con un’ardita evoluzione nel viale che li riporterà – in una progressiva diminuzione d’andatura – ad assumere un altro schieramento per il saluto al Colonnello.
E poi, sotto al lavoro ragazzi, al solito lavoro per rimettere tutto a posto prima del rancio. Oggi è domenica, sapete e potete andare a far la mafia con il kepì e la trecciola e così la gente che vi incontra potrà continuare a pensare che siete i più bei soldati d’Italia ma che è facile essere tanto in ordine quando si ha poco da fare!
Avete capito, che roba?
Emiliano Vialardi di Sandigliano, Memorie
da Tomaso Vialardi di Sandigliano, Tommaso Vitale, Batterie a cavallo, Artistica Editrice, Milano, 2007
Immagine di cortesia dello storico e collezionista Vittorio Rossin.
prima edizione – pagine: 288 pag. colore – prezzo: € 15,00
Grande amante di cavalli, grande sportivo a livello internazionale e olimpionico, mitico comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria” nella celeberrima carica di Isbuscenskij, grandissimo gentiluomo: una vita incredibile e affascinante assolutamente da conoscere.
Libro sulla straordinaria vita di Alessandro Bettoni Cazzago, di nobile famiglia bresciana, mitico comandante di “Savoia Cavalleria” durante la carica di Isbuscenskij nella steppa ucraina e celebre campione di equitazione, olimpionico ai massimi livelli agonistici.
Ma oltre a questo Alessandro è stato un grande uomo che ha coniugato ai massimi livelli onore, coraggio, senso del dovere, e incrollabile Continua a leggere →
Grazie per quanto ci hai insegnato e testimoniato.
Il mio kepì si inchina una volta ancora davanti a te.
A donna Luisa e Cristiana l’abbraccio commosso mio, di Patrizia, Benedetta e Beatrice.
Yuri Tartari
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Questa mattina, attorno alle ore 11, il Sergente Giancarlo Cioffi, dopo quasi un secolo di amore e di abnegazione per la Patria , è tornato alla Casa del Padre.
La Storia delle Forze Armate italiane perde uno dei suoi più lucidi, attivi ed appassionati campioni.
Mentre le schiere della Cavalleria italiana perdono il loro “Grande Vecchio”, Savoia Cavalleria piange il suo simbolo vivente.
Le Volòire perdono un caro, sincero amico e un grato testimone,protagonista della gloriosa epopea degli artiglieri a cavallo in Terra di Russia e delle gesta del Raggruppamento Truppe a Cavallo (“Barbò Kavallerie Brigade“).
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La Sezione ANAC di Milano comunica che le Esequie del suo amato Presidente avranno luogo giovedì 2 maggio 2019 alle ore 14,45 nella Parrocchiale di Sant’Alessandro in Caronno Pertusella.
Domani sera, ad ore 20,30 si terrà la veglia funebre sempre nella Parrocchiale.
La camera ardente è allestita presso la “Casa Funeraria Garben” in Garbagnate Milanese.
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Yuri Tartari e Giancarlo Cioffi
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Articoli dedicati in questo sito a Giancarlo Cioffi:
la gente aspetta / il suo arrivo / per ore e ore /
e finalmente quando / sente il rumore / salta in piedi e /
lo saluta con la mano /gli grida / parole d’amore /
e lo guarda scomparire / come guarda un /
soldato a cavallo / a cavallo / nel cielo di aprile.
In occasione del Centenario della Battaglia del Solstizio, festa dell’arma di artiglieria, voglio regalare ai lettori di caricatvoloire.it ed ai vecchi e nuovi kepì, uno scoop sensazionale che incide negli albi d’oro delle Batterie a Cavallo il nome della leggenda dell’automobilismo, il miglior pilota di tutti i tempi.
Tazio Nuvolari durante la prima guerra mondiale ha servito la Patria in armi nei ranghi del Reggimento Artiglieria a Cavallo.
Recentemente, sono stato contattato dalla ricercatrice Mirka Biasi del Club AMAMS Tazio Nuvolari di Mantova, collaboratrice del museo Tazio Nuvolari, che voleva alcuni chiarimenti sul nostro Reggimento, in quanto sta curando un pezzo biografico sulla vita militare del grande campione.
Dal foglio matricolare di Nuvolari, soldato di leva classe 1892, emerge infatti che prestò un primo servizio alle Volòire dal 20 luglio al 20 dicembre 1913. Richiamato sempre al Reggimento nel dicembre 1914, venne assegnato alla “Compagnia Treno-Automobilisti“.
Mobilitato il 20 maggio 1915, si presenta al “Centro automobilisti di Mantova” dove, per un certo periodo è distaccato alla “6ª Compagnia Automobilisti” (che,a quanto apre, dipendeva dal Reggimento Artiglieria a Cavallo), e successivamente presso il 22° Reggimento di Artiglieria.
Ritorna al Reggimento Artiglieria a Cavallo nell’agosto 1915 (evidentemente dopo aver seguito un corso per affinare le proprie capacità di conduttore mezzi), dove tuttavia viene riformato a seguito di “rassegna” da parte del Direttore l’ospedale militare di Mantova.
Nel febbraio del 1917, viene revocato il provvedimento di riforma e, classificato richiamato di 2ª categoria, viene nuovamente assegnato al Deposito milanese del Reggimento Artiglieria a Cavallo in quanto idoneo ai “servizi sedentari”.
Ivi, rimarrà – dopo alterne vicende convalescenziali – sino al 1919, data del congedo definitivo.
E’ sorprendente come un mito della velocità abbia intrecciato il suo destino – e sicuramente affinato la sua formazione e preparazione – con l’artiglieria più veloce, …in hostem celerrime volant!
Forse (chi può saperlo?), Lucio Dalla, quando lo cantò, magari ne era al corrente ed ha inserito quella frase che, letta oggi, lascia allibiti:
“…lo guarda scomparire / come guarda un / soldato a cavallo
/ a cavallo / nel cielo di aprile“.
E, aprile, lo sappiamo, è il mese delle Volòire.
Yuri Tartari
Ruoli Matricolari-146-3401-3969
Ruoli Matricolari-144-2401-3008
Si ringrazia sentitamente Mirka Biasi per il prezioso materiale messo a disposizione di caricatvoloire.it
Ricevo dall’amico Umberto Maso della pagina Facebook “LE FORZE ARMATE D’ITALIA NELLA GUERRA FREDDA” questo magnifico scatto propagandistico.
Lo Stendardo delle Batterie a Cavallo, Bandiera di Guerra del Reggimento Artiglieria a Cavallo, all’epoca è ancora in formato standard 80 x 80 cm. E, pur onusto della gloria di sette decorazioni al Valor Militare, non è ancora fregiato della Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica (1981).
Il Reggimento è in configurazione semovente su carri M44 (che si intravedono sullo sfondo). Il subalterno portastendardo è a bordo di un carro comando su base M113. L’uniforme è quella tipica del periodo: c.d. “combat dress” di chiara derivazione britannica.
Bellissimi e ben tenuti i bai degli elementi della Fanfara: i “tromba” sui cui kepì spicca l’inconfondibile criniera bianca.