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Caricat! Voloire!

~ Batterie a cavallo, formidabile sintesi fra cavalleria e artiglieria

Caricat! Voloire!

Archivi della categoria: Seconda Guerra Mondiale

Igne celerrime diruo

13 mercoledì Nov 2019

Posted by Yuri Tartari in Africa settentrionale, artiglieria a cavallo, Primo Articelere, Seconda Guerra Mondiale, Storia

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Stemma e motto araldici del Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°)

Galleria S. M.

Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°) Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°)

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

“Igne celerrime diruo”

Stemma e motto araldici del Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°). Pastelli misti su carta spolvero, cm. 35 x 24, collezione privata.

Questo reparto «Volòire» fu uno dei tre reggimenti di artiglieria motorizzata per Divisione Celere gemmati dallo scioglimento del Reggimento Artiglieria a Cavallo nell’ottobre del 1934.

Il «Primo Articelere» ebbe sede a Pordenone. Prese parte dal febbraio 1941 alle operazioni sul Fronte libico con i suoi gruppi motorizzati. Nel giugno del 1941 perse il gruppo a cavallo, che confluì a ricostituire, unitamente ai gruppi a cavallo degli altri «articeleri», il Reggimento Artiglieria a Cavallo (3°) in approntamento per la Campagna di Russia.

Fu ufficialmente disciolto per eventi bellici il 27 novembre 1942.

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Il colonnello Bettoni nella biografia di Riccardo Balzarotti

05 giovedì Set 2019

Posted by Yuri Tartari in A.N.A.C., artiglieria a cavallo, Bibliografia, Cavalleria, equitazione, Fronte Russo, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Ricordi, Seconda Guerra Mondiale, Storia

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alessandro bettoni cazzago, carica, cavalleria, equitazione, fronte russo, Isbuscenskij, riccardo balzarotti, Russia, Savoia Cavalleria

Riccardo Balzarotti-Kämmlein

ALESSANDRO BETTONI CAZZAGO

prima edizione – pagine: 288 pag. colore – prezzo: € 15,00

Grande amante di cavalli, grande sportivo a livello internazionale e olimpionico, mitico comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria” nella celeberrima carica di Isbuscenskij, grandissimo gentiluomo: una vita incredibile e affascinante assolutamente da conoscere.

Libro sulla straordinaria vita di Alessandro Bettoni Cazzago, di nobile famiglia bresciana, mitico comandante di “Savoia Cavalleria” durante la carica di Isbuscenskij nella steppa ucraina e celebre campione di equitazione, olimpionico ai massimi livelli agonistici.

Ma oltre a questo Alessandro è stato un grande uomo che ha coniugato ai massimi livelli onore, coraggio, senso del dovere, e incrollabile Continua a leggere →

Sergente Giancarlo Cioffi, PRESENTE!

30 martedì Apr 2019

Posted by Yuri Tartari in A.N.A.C., Cavalleria, Fronte Russo, Immagini, Personaggi Voloire, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Ricordi, Seconda Guerra Mondiale, Storia

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ANAC, fronte russo, Giancarlo Cioffi, Raggruppamento Truppe a Cavallo, Savoia Cavalleria

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Caro Giancarlo,

hai finalmente abbracciato il tuo Grande Capitano.

Grazie per quanto ci hai insegnato e testimoniato.

Il mio kepì si inchina una volta ancora davanti a te.

A donna Luisa e Cristiana l’abbraccio commosso mio, di Patrizia, Benedetta e Beatrice.

Yuri Tartari

***

Questa mattina, attorno alle ore 11, il Sergente Giancarlo Cioffi, dopo quasi un secolo di amore e di abnegazione per la Patria , è tornato alla Casa del Padre.

La Storia delle Forze Armate italiane perde uno dei suoi più lucidi, attivi ed appassionati campioni.

Mentre le schiere della Cavalleria italiana perdono il loro “Grande Vecchio”, Savoia Cavalleria piange il suo simbolo vivente.

Le Volòire perdono un caro, sincero amico e un grato testimone, protagonista della gloriosa epopea degli artiglieri a cavallo in Terra di Russia e delle gesta del Raggruppamento Truppe a Cavallo (“Barbò Kavallerie Brigade“).

***

La Sezione ANAC di Milano comunica che le Esequie del suo amato Presidente avranno luogo giovedì 2 maggio 2019 alle ore 14,45 nella Parrocchiale di Sant’Alessandro in Caronno Pertusella. 

Domani sera, ad ore 20,30 si terrà la veglia funebre sempre nella Parrocchiale.

La camera ardente è allestita presso la “Casa Funeraria Garben” in Garbagnate Milanese.

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Yuri Tartari e Giancarlo Cioffi
Yuri Tartari e Giancarlo Cioffi
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Silvano Abba, il mio grande capitano
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***

 

Articoli dedicati in questo sito a Giancarlo Cioffi:

  • Video della cerimonia di Gemellaggio tra Volòire, Savoia e Novara
  • Il 73° anniversario della Battaglia di Isbuchenskij celebrato a Milano
  • Un omaggio a Giancarlo Cioffi
  • Giancarlo Cioffi presenta il suo volume: “Silvano Abba. Il mio grande capitano”
  • Gemellaggio Volòire, Savoia e Novara nel ricordo del Raggruppamento Truppe a Cavallo (Russia 1942-1943)
  • Ricevuta proprio oggi dalla Russia

M.A.V.M. Magg. Mario Argenton, ufficiale delle Batterie a Cavallo e CdSM del Comando del Corpo Volontari della Libertà

25 giovedì Apr 2019

Posted by Yuri Tartari in artiglieria a cavallo, Fronte Russo, Guerra di Liberazione 1943-1945, Immagini, Le Voloire a Milano, Personaggi Voloire, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Seconda Guerra Mondiale, Storia, Terzo Articelere

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25 aprile 1945, batterie a cavallo, Corpo Volontari della Libertà, Mario Argenton, Raffaele Cadorna, resistenza, voloire

Nato a Este (PD) nel 1907, morto a Roma nel 1992.

Nel 1926 è Sottotenente di complemento d’Artiglieria, frequenta la Regia Accademia d’Artiglieria e Genio di Torino e nel 1930 ottiene il grado di Tenente ed è assegnato al Reggimento Artiglieria a Cavallo in Milano. Nel 1934 transita nel Reggimento Artiglieria Celere Principe Amedeo Duca d’Aosta (3°) nato dalla tripartizione del Reggimento Artiglieria a Cavallo. Nel 1936 è promosso al grado di Capitano.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale partecipa con il 3ª Celere alle operazioni sul fronte alpino occidentale ed alla Campagna di Iugoslavia e Balcània.

Dal luglio 1941 con il rinato Reggimento Artiglieria a Cavallo inquadrato nel Corpo di Spedizione Italiano in Russia, partecipa alla Campagna di Russia. Per i suoi atti di valore è decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare e promosso per meriti di guerra al grado di Maggiore.

Rimpatriato nell’aprile 1942 frequenta la Scuola di Guerra di Torino ed ottiene l’abilitazione al Servizio di Stato Maggiore nei comandi di grandi unità. In servizio di S.M. allo Stato Maggiore in Roma, l’8 settembre 1943 nel momento in cui il R. Esercito Italiano viene lasciato allo sbando, si unisce senza esitazione alle Unità schierate a difesa della capitale e partecipa ai combattimenti per la difesa di Roma.

Raggiunta clandestinamente l’Italia settentrionale, promuove la costituzione delle prime formazioni partigiane denominate Autonome. Nel 1944, arrestato e torturato dalla famigerata “Banda Carità”, riesce a fuggire e riprende l’attività a Milano come capo di stato maggiore del Generale Raffaele Cadorna comandante del Corpo Volontari della Libertà assolvendo delicati incarichi operativi.

Dopo la fine delle operazioni, in rappresentanza delle Formazioni partigiane Autonome e del partito liberale viene nominato componente della Consulta Nazionale per la formazione dell’assemblea parlamentare costituente.

Nella celebre fotografia del comando generale del Corpo Volontari della Libertà il Maggiore Mario Argenton è il primo a sinistra, poi Giovan Battista Stucchi, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei ed un ultimo personaggio non identificato.

Nella celebre fotografia del comando generale del Corpo Volontari della Libertà il Maggiore Mario Argenton è il primo a sinistra, poi Giovan Battista Stucchi, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei ed un ultimo personaggio non identificato.

M.A.V.M. Francesco Dirti (1918-2017)

21 sabato Ott 2017

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22555188_1313493595440184_5031692957529117985_nSergente di cavalleria Medaglia d’argento al valor militare Francesco Dirti (27 dicembre 1918 – 21 ottobre 2017).

«Cadutogli ucciso il cavallo in piena carica su una postazione di mitragliatrice nemica, con la pistola in pugno obbligava i due serventi dell’arma a rimuovere il corpo del cavallo sotto il quale era rimasto immobilizzato con la gamba. Svincolatosi catturava i nemici, li consegnava ad un compagno e, rimontato su un cavallo scosso, ripartiva verso lo squadrone, riuscendo a partecipare ad una seconda carica. – Quota 213,5 di Isbuschenskij (fronte russo), 24 agosto 1942».

Eroe di Guerra, reduce di Savoia Cavalleria (3°), protagonista tra i prodi di Isbushenskij, ho avuto l’onore di conoscerlo per motivi professionali grazie all’amico Livio Rondonotti, divenendone amico e apprezzandone le qualità umane e le virtù morali oggi rarissime ma che contraddistinguevano da sempre la razza italica.

Oggi lascia un vuoto nelle schiere dei veri Patrioti e degli “ultimi in grigioverde”, che difficilmente potrà ricolmarsi.

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Francesco Dirti su Albino (immagine di cortesia dell’amico Fermo Arrigoni)

75 anni fa la battaglia d’arresto del Don e le epiche gesta delle Truppe a Cavallo

25 venerdì Ago 2017

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«Gli squadroni si alternano sulla linea del fuoco e si coprono a vicenda col tiro delle mitragliatrici e dei fucili mitragliatori, per permettere lo sganciamento l’uno dell’altro; un reparto corre ai cavalli, si porta al galoppo su posizioni più arretrate, lascia i quadrupedi al riparo e ritorna a combattere a piedi per consentire agli altri di disimpegnarsi e di ritirarsi a loro volta.

«Viene poi il turno delle batterie che continuano a sparare allo scoperto mentre i conducenti arrivano veloci con le pariglie. I lancieri proteggono la manovra e i serventi attaccano svelti i cannoni agli avantreni e saltano in sella, seguendo le mute, che si portano celermente sulle nuove posizioni. Appena arrivati, gli artiglieri piombano a terra, sganciano i pezzi e i cassoni delle munizioni e aprono il fuoco immediatamente, lasciando ai compagni la cura di portare al coperto gli animali.

«Il combattimento si svolge in un clima ottocentesco e offre un brillante esempio dell’agilità dei movimenti e dell’affiatamento della cavalleria e della SUA artiglieria e delle loro grandi possibilità in questo particolare ambiente. Il cavallo è divenuto il vero protagonista di queste giornate; ieri lo scontro frontale, i quadrupedi usati come massa d’urto, la carica; oggi la battaglia manovrata, i rapidi spostamenti in sella e la “Voloire” che supera se stessa riuscendo a cambiare ben quattro volte posizione in poche ore».

(Giorgio Vitali, Sciabole nella steppa. La cavalleria italiana in Russia, Milano, Mursia, 1976, pag. 138)

Capitano Carlo Emanuele Bodo di Albaretto (1916-1983), comandante della 3^ a Cavallo e ventiseiesimo comandante del 2° Gruppo a Cavallo in Russia

Il Gen. Alfonso Butera, vecchia criniera benemerita e decano degli artiglieri bergamaschi, è andato avanti

22 giovedì Giu 2017

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Giunge la notizia del decesso del Generale Butera alla veneranda età di 101 anni. Le esequie si terranno nella Chiesa di Loreto in Bergamo, venerdì 23 giugno 2017 alle ore 10,00. Ripropongo l’articolo che la nipote, Silvia Butera, gli dedicò sul Corriere di Bergamo in occasione del Settantesimo anniversario della Battaglia di Isbucenskji.

24 AGOSTO 1942

Sciabole contro le mitragliatrici

La carica del Savoia Cavalleria

Il generale Butera rievoca la battaglia di Isbuscenskij. Gli squadroni al galoppo nella steppa del Don

«C’è un’immagine che mi è rimasta scolpita nella mente. Al termine della battaglia, tra i feriti russi che avevamo catturato, c’era un ragazzino siberiano dall’aria spaurita che aspettava di essere medicato. Uno dei nostri soldati gli si è avvicinato, ha acceso una sigaretta e gliel’ha passata. Non scorderò mai l’espressione sul suo volto». Alfonso Butera, generale di Divisione, origini sicule ma da una vita residente a Bergamo, 97 anni ben portati e nonno di chi scrive, oggi è tra i pochi testimoni di fatti lontani che la sua mente ancora lucidissima custodisce. Come la carica di Isbuscenskij, divenuta celebre e raccontata come epopea leggendaria in tanti articoli di cronaca dal fronte e nei cinegiornali Luce.

Lui c’era e se la ricorda bene, anche se sono passati settant’anni da quel 24 agosto 1942. In Russia i nemici avanzavano, non era facile per gli italiani difendere le posizioni. «In tre giorni percorremmo 100 chilometri – ricorda Alfonso Butera -, ci avevano ordinato di raggiungere un punto trigonometrico verso le sponde del Don, la “quota 213,5”. Di notte dormivamo per terra, lasciavamo i cavalli sellati per esser pronti a ripartire da un momento all’altro».

Il reggimento Savoia Cavalleria, supportato da una batteria del reggimento di artiglieria a cavallo Voloire, si trovò a dover affrontare lo scontro all’improvviso. Non era ancora l’alba quando una pattuglia in avanscoperta si imbattè in un soldato con la stella rossa sovietica sull’elmetto. «I russi non si aspettavano di vederci arrivare, presi alla sprovvista iniziarono a sparare con le mitragliatrici – continua Butera, che allora era tenente e comandava la terza batteria a cavallo -. Noi avevamo 4 cannoni, il bagliore dei proiettili delle mitragliatrici ci consentiva di localizzare i russi, così rispondemmo al fuoco». E intanto gli uomini del Savoia Cavalleria, armati di sciabole, si lanciarono sul nemico. Alle 9.30 del mattino il combattimento era finito, gli italiani contarono 32 cavalieri morti e 52 feriti, mentre i sovietici lasciano sul campo 150 morti e 600 prigionieri. «È difficile descrivere cosa provammo alla fine della carica – commenta Butera -. Eravamo felicissimi, ma un attimo dopo tristi, quando vedevamo passare la barella con uno dei nostri rimasto ucciso. Nonostante le perdite, eravamo orgogliosi di quanto fatto. Ricordo un soldato, ferito e dolorante, che davanti al comandante diceva sorridente: “Sì, sono ferito. Ma il Savoia ha caricato!”».

L’episodio, esibito come «coraggioso ed encomiabile» – si consideri che gli italiani erano in 700 contro 2.500 russi -, fu ingigantito dalla propaganda del regime. Isbuscenskij viene ricordata come l’ultima carica di cavalleria condotta da unità del Regio Esercito italiano contro reparti di truppe regolari (anche se in realtà l’ultima carica in assoluto fu quella del 17 ottobre 1942 a Poloj, in Croazia). E ha assunto quasi una dimensione ontologica della quintessenza inossidabile dell’eroismo. Tanto che diventerà presto un docufilm per la regia di Marco Marcassoli.

Ma cosa rende quella carica tanto indimenticabile? «L’audacia, la fierezza di chi ne prese parte, l’immagine un pò ottocentesca di cavalieri all’attacco con le sciabole – spiega il regista bergamasco -. Ma anche le emozioni, gli aneddoti, i gesti che la resero unica. Il mio obiettivo è quello di raccontare una battaglia assolutamente particolare».

Particolare anche perché, al di là di qualsiasi retorica, a livello militare non fu rilevante per il destino della guerra. Ma proprio questo dà ancora più importanza a tutti quei semplici istanti di forte umanità che solo all’interno di un quadro tetro come la guerra diventano così evidenti, così veri.

«Se vedi i tuoi amici morire in battaglia, se vedi la tua vita a un passo da una raffica di mitra, allora un senso in qualche modo lo devi trovare, altrimenti ne esci matto», rifette Marcassoli.

«Alla fine quello che ti resta sono i gesti più semplici – aggiunge Paolo Bianchi, sceneggiatore del docufilm -, quelli nei quali, finalmente svuotato, resettato da qualsiasi pregiudizio, impedimento o ordine superiore, puoi ricominciare a sentirti uomo». Il regista Marcassoli intervisterà anche reduci e storici in tutta Italia. Qualcuno di loro custodisce materiale preziosissimo. Come Fabio d’Inzeo, dell’Associazione nazionale Arma di Cavalleria di Melegnano e Monza Brianza, uno dei pochi ad avere fotografie originali della partenza degli squadroni di Savoia per la carica. L’Istituto Luce, per propagandare la carica di Isbuscenskij, diffuse video e fotografie della battaglia ricostruita. Fabio d’Inzeo, invece, ha scatti autentici e molto suggestivi. Come quello che ritrae un ragazzino ucraino che era diventato la mascotte del reggimento, tanto da vestirne l’uniforme, mentre saluta il comandante colonnello Bettoni Cazzago.

La documentazione storica si atterrà a un piano strettamente contingente ma si baserà anche sugli articoli dell’epoca. Imperdibile una copertina de «La Domenica del Corriere» con l’illustrazione di Beltrame. «Certo – chiosa il generale Butera – sarà impossibile ricostruire perfettamente quel mondo ormai lontano. Chi non ha vissuto la guerra non può capire fino in fondo. Io sono stato in Russia 18 mesi e avevo la fortuna di essere ben equipaggiato, ma pensate agli alpini, che ci raggiunsero un paio di giorni dopo la carica: passarono tutto l’inverno a dormire in tende sul terreno gelato, soffrendo il freddo e la fame». Storie di una quotidianità inconcepibile, dove la carica con le sciabole diventa quasi una metafora icastica della corsa dell’uomo, della sua esistenza, la sua origine e il suo destino.

Silvia Butera

Corriere della Sera, edizione di Bergamo, 12 agosto 2012.

Caricat! Voloire!

Isbuscenskij nei ricordi del Gen. Alfonso Butera, all’epoca tenente sottocomandante della Terza Batteria a cavallo, aggregata al Savoia:

 http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cultura-e-spettacoli/12_agosto_18/butera-generale-savoia-cavalleria-bergamo-2111484610435.shtml

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“…il Reggimento ha uno spirito immortale…”

07 mercoledì Set 2016

Posted by Yuri Tartari in artiglieria a cavallo, Fronte Russo, Personaggi Voloire, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Ricordi, Seconda Guerra Mondiale, Storia

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anton giulio salvetti, antongiulio salvetti, batterie a cavallo, Comandante, fronte russo, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Reggimento Artiglieria a Cavallo (3°), voloire

Anton Giulio SALVETTI 1899-1943

Tenente Colonnello Antongiulio Salvetti

Nato a Piacenza il 2 febbraio 1899, caduto a Nikitowka il 20 gennaio 1943. Splendida figura di soldato e di ufficiale delle Volòire. Già alla testa del 1° Gruppo a Cavallo, fu comandante interinale delle Batterie a Cavallo in Zona Operazioni (dal 1° gennaio al 7 febbraio e dal 15 maggio al 18 giugno 1942). Insignito di due Croci di Guerra al Valor Militare per l’azione di comando sul Fronte Russo, gli viene concessa postuma una

MAVM

Medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria

“Già distintosi durante la Campagna di Russia, benché fisicamente menomato, rinunciava all’avvicendamento e assumeva in un momento particolarmente delicato il comando della Base Reggimentale. Durante un difficile e rischioso ripiegamento si prodigava per portare in salvo uomini e mezzi; ma tutti i suoi sforzi venivano funestati dalla travolgente azione avversaria che, a più riprese, decimava ed annientava la colonna alle sue dipendenze. Rimasto con pochi uomini, si univa ad una colonna di alpini e con questi combatteva strenuamente dando prova di grande coraggio. In un estremo tentativo di arginare l’azione di superiori forze nemiche e di aprire un varco ai superstiti della colonna, riuniti intorno a sé i pochi uomini ancora validi, balzava alla loro testa buttandosi arditamente al contrassalto. Nel generoso ed eroico atto cadeva mortalmente ferito. Olichowatka – Nikitovka, Fronte Russo, 16 – 20 gennaio 1943“.

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8 settembre 2016… corsi e ricorsi

05 venerdì Ago 2016

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Pubblicato da Yuri Tartari | Filed under Le Voloire a Milano, Seconda Guerra Mondiale

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Video della cerimonia di Gemellaggio tra Volòire, Savoia e Novara

22 martedì Dic 2015

Posted by Yuri Tartari in A.N.A.C., artiglieria a cavallo, Associazione Nazionale delle Voloire, Cavalleria, celebrazioni, Cerimonie, Fronte Russo, Reggimento Artiglieria a Cavallo, Ricordi, Seconda Guerra Mondiale, Storia, Video

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ANAC, aurelio tassi, barbò, francesco tanda, gemellaggio, Giancarlo Cioffi, Luca Franchini, milano, novara, palazzo cusani, Raggruppamento Truppe a Cavallo, Savoia, voloire

Video a cura della Sezione “Reggimento Savoia Cavalleria (3°)” di Milano della Associazione Nazionale Arma di Cavalleria.

  • Cerimoniere e relatore, Sgt. Arch. Giancarlo Cioffi, reduce di Russia, IV squadrone Savoia Cavalleria
  • Col. Aurelio Tassi, 102° comandante di Savoia Cavalleria (3°)
  • Col. Francesco Tanda, 81° comandante dei Lancieri di Novara (5°)
  • Col. Luca Franchini, 78° comandante delle Batterie a Cavallo

Riprese E. Sammut

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