30 aprile 1848, la 2ª a Cavallo ai fatti d’arme di Pastrengo (incisione Stanislao Grimaldi)
Da Rinaldo Panetta, Le Volòire. Storia delle Batterie a Cavallo, Trevi Editore, Roma, 1968 (pagg. 32-34):
Torniamo ora a Pastrengo per vedere come la stessa Batteria del capitano Di Priero prese per la prima volta posizione al galoppo.
Mentre il mattino del 30 aprile la Prima Batteria del capitano Ponza di S. Martino sparava a mitraglia sul nemico dalle alture di Sona e di Santa Giustina, la Seconda, reduce dal caotico e sanguinoso fatto d’arme di Mantova, si trovava dislocata in riserva a Valeggio. Metà batteria, però, al comando del tenente Bottacco (la stessa che aveva arrestato gli Austriaci usciti dal forte di Belfiore) era stata condotta da La Marmora a Sandrà. Alle ore 1 del pomeriggio, non appena Continua a leggere →
prima edizione – pagine: 288 pag. colore – prezzo: € 15,00
Grande amante di cavalli, grande sportivo a livello internazionale e olimpionico, mitico comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria” nella celeberrima carica di Isbuscenskij, grandissimo gentiluomo: una vita incredibile e affascinante assolutamente da conoscere.
Libro sulla straordinaria vita di Alessandro Bettoni Cazzago, di nobile famiglia bresciana, mitico comandante di “Savoia Cavalleria” durante la carica di Isbuscenskij nella steppa ucraina e celebre campione di equitazione, olimpionico ai massimi livelli agonistici.
Ma oltre a questo Alessandro è stato un grande uomo che ha coniugato ai massimi livelli onore, coraggio, senso del dovere, e incrollabile Continua a leggere →
la gente aspetta / il suo arrivo / per ore e ore /
e finalmente quando / sente il rumore / salta in piedi e /
lo saluta con la mano /gli grida / parole d’amore /
e lo guarda scomparire / come guarda un /
soldato a cavallo / a cavallo / nel cielo di aprile.
In occasione del Centenario della Battaglia del Solstizio, festa dell’arma di artiglieria, voglio regalare ai lettori di caricatvoloire.it ed ai vecchi e nuovi kepì, uno scoop sensazionale che incide negli albi d’oro delle Batterie a Cavallo il nome della leggenda dell’automobilismo, il miglior pilota di tutti i tempi.
Tazio Nuvolari durante la prima guerra mondiale ha servito la Patria in armi nei ranghi del Reggimento Artiglieria a Cavallo.
Recentemente, sono stato contattato dalla ricercatrice Mirka Biasi del Club AMAMS Tazio Nuvolari di Mantova, collaboratrice del museo Tazio Nuvolari, che voleva alcuni chiarimenti sul nostro Reggimento, in quanto sta curando un pezzo biografico sulla vita militare del grande campione.
Dal foglio matricolare di Nuvolari, soldato di leva classe 1892, emerge infatti che prestò un primo servizio alle Volòire dal 20 luglio al 20 dicembre 1913. Richiamato sempre al Reggimento nel dicembre 1914, venne assegnato alla “Compagnia Treno-Automobilisti“.
Mobilitato il 20 maggio 1915, si presenta al “Centro automobilisti di Mantova” dove, per un certo periodo è distaccato alla “6ª Compagnia Automobilisti” (che,a quanto apre, dipendeva dal Reggimento Artiglieria a Cavallo), e successivamente presso il 22° Reggimento di Artiglieria.
Ritorna al Reggimento Artiglieria a Cavallo nell’agosto 1915 (evidentemente dopo aver seguito un corso per affinare le proprie capacità di conduttore mezzi), dove tuttavia viene riformato a seguito di “rassegna” da parte del Direttore l’ospedale militare di Mantova.
Nel febbraio del 1917, viene revocato il provvedimento di riforma e, classificato richiamato di 2ª categoria, viene nuovamente assegnato al Deposito milanese del Reggimento Artiglieria a Cavallo in quanto idoneo ai “servizi sedentari”.
Ivi, rimarrà – dopo alterne vicende convalescenziali – sino al 1919, data del congedo definitivo.
E’ sorprendente come un mito della velocità abbia intrecciato il suo destino – e sicuramente affinato la sua formazione e preparazione – con l’artiglieria più veloce, …in hostem celerrime volant!
Forse (chi può saperlo?), Lucio Dalla, quando lo cantò, magari ne era al corrente ed ha inserito quella frase che, letta oggi, lascia allibiti:
“…lo guarda scomparire / come guarda un / soldato a cavallo
/ a cavallo / nel cielo di aprile“.
E, aprile, lo sappiamo, è il mese delle Volòire.
Yuri Tartari
Ruoli Matricolari-146-3401-3969
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Si ringrazia sentitamente Mirka Biasi per il prezioso materiale messo a disposizione di caricatvoloire.it
Inoltre, rimando a questa interessantissima intervista rilasciata dal Conte due anni fa a Patrizia Marchesini, pubblicata dal sito web www.centoventesimo.com.
“Luchino Dal Verme, classe 1913, nasce a Milano. Sottotenente del Reggimento Artiglieria a Cavallo, arriva al fronte orientale con il C.S.I.R., nel luglio 1941, dopo avere preso parte alle operazioni al confine italo-francese – nel 1940 – e sul fronte jugoslavo.
Rimpatriato per avvicendamento nell’autunno 1942, vive i giorni dell’armistizio, che lo porteranno a una scelta sofferta.
Con il nome Maino – che era una marca di biciclette dell’epoca – comanderà in un primo tempo la Brigata Casotti e in seguito la Divisione Antonio Gramsci, entrambe operative nell’Oltrepò Pavese.
Luchino Dal Verme offre uno spaccato di quegli anni, e intenzionalmente non ne esplora i momenti più crudi.
“Il tuo lavoro – mi ha scritto – è servito a rinfrescare la memoria della enorme fortuna, che io chiamo Grazia, di riportare a casa quel dono fantastico che è la vita e permettermi di vivere con moglie, figli e nipoti, operai, contadini, albe e tramonti, pulcini e vitelli, che hanno riempito di gioia e soddisfazione tanti lunghi anni.”
Sono davvero grata a Luchino – persona spontanea e gradevolissima – e alla sua famiglia per avermi accolto con tanta gentilezza.
21 maggio 2012
Sono nato nel 1913… l’anno prossimo compirò cento anni. La mia memoria, quindi, ha delle lacune comprensibili…
Così ha esordito Luchino Dal Verme, quando ho acceso il registratore. Come potrete constatare, la sua memoria è invece vivissima e quanto segue… CONTINUA A LEGGERE SUL SITO WWW.CENTOVENTESIMO.COM
Quinto Cenni – La fanfara delle Batterie a Cavallo
Trombe d’argento
«Diciotto trombettieri, con le bianche criniere al kepì, marciano in testa al Reggimento sui loro cavalli sauri e davanti ad essi sfavilla il maresciallo Capo fanfara. S’alza dalle lucenti trombe d’argento, alzate a destra verso il cielo, il ritornello delle Batterie. Sono veramente magnifici e se fossi una ragazza non ci penserei neanche un momento.
«Il sordo rombo delle ruote dei pezzi ed il martellante rumore degli zoccoli accompagnano il breve motivo musicale che si ripete – bellissimo – nella sua monotonia. Un piccolo soldato di sussistenza, con la borsa della spesa sotto il braccio, si ferma estatico a guardare e prova certo in cuore una dannata invidia. Consolati, soldato e pensa che – al vederci – ciccano anche “Savoia” e “Novara”!»
dalle Memorie del Gen. Emiliano Vialardi di Sandigliano
(brano tratto da Tomaso Vialardi di Sandigliano, Tommaso Vitale, Batterie a cavallo, Artistica Editrice, Milano, 2007).
Colonnello Carlo Volpini, 10° comandante delle Batterie a Cavallo
«…così adoperando avrò modo di ricordare uomini, che per tanta parte contribuirono a tenere alto il prestigio dell’artiglieria piemontese, uomini i cui nomi un dì ben noti e da noi ed oltre monte, ora sono da assai pochi conosciuti e rammentati. Il ricordo, anche se breve, delle opere loro, potrà servire di esempio e di stimolo ai presenti ed ai venturi.
«La tradizione (…) è l’elemento più forte del valore del soldato; un esercito, che ne sia privo, varrà sempre meno di un altro. La base costituiva della disciplina non è il presente, è il passato ed il futuro, la tradizione cioè ed il pensiero che altri hanno obbedito là dove noi abbiamo ad obbedire come essi. Proinde ituri in aciem, aveva (…) scritto Tacito (…) et maiores cestros et posteros cogitate (perciò nell’andare alla pugna agli avi vostri ed ai posteri pensate).
«Nessuna istituzione umana ha più dell’esercito maggior bisogno di tradizioni. Il meccanismo che lo regge è così complicato e con tanto magistero architettato che, ove queste facessero difetto, l’esercito non avrebbe quella compattezza che gli è necessaria. Il lavoro di una generazione non apporterebbe benefizio alcuno alla generazione che la segue. Il soldato che milita in un corpo, dove la religione del dovere, la irreprensibilità della condotta, il fanatismo dell’onore, l’eroismo in guerra viene a lui tramandato da una costante tradizione, non potrà tralignare da chi lo ha preceduto. Malgrado errori, scappate e colpe, il fondo del carattere che si sarà venuto formando in lui serberà sempre per istinto il senso del dovere e dell’onore, e, venendo l’occasione, è quasi impossibile che faccia vergogna a sé ed ai suoi».
Carlo Volpini*, Studio storico sull’artiglieria a cavallo italiana, Rivista di artiglieria e genio, dispensa straordinaria luglio 1892, volume III, pagine 6-7, Voghera Enrico Tipografo delle LL. MM. il Re e la Regina, Roma, 1892
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*10° Comandante delle Batterie a Cavallo e 2° Colonnello Comandante il Reggimento Artiglieria a Cavallo (1891-1898)
Apprendo dal Priore del Tempio Sacrario della Cavalleria Italiana, Gen. Dario Temperino, della mesta notizia della scomparsa del Prof. Marziano Brignoli.
Da vecchio chepí voglio esprimere il compianto delle Voloire per la scomparsa dell’insigne studioso, criniera benemerita, autore di una fondamentale pubblicazione sulla storia reggimentale, “VOLOIRE. Memorie per la Storia” (Milano, 8 aprile 2000).